Tempo, spazio ed emozioni. “Quasi come se fosse Africa”.
Una biografia liguistica
B. ha 14 anni quando lascia la sua famiglia, la sua scuola, i suoi amici, l’albero sotto il quale studiava, le sue montagne. Viene spinto ad andare via dalla guerra, che si scatena nel suo Paese, dai morti per strada. Parte e si immette nella strada che molti prima e dopo di lui hanno percorso per raggiungere l’Europa. Entra in Niger; ancora la paura, la morte e una realtà che si mostra a lui “quasi come fosse un inferno” lo spingono ad andare avanti attraversando il deserto del Sahara, l’Algeria e la Libia fino a Tripoli. Presto anche lì non è più un posto sicuro e dopo alcuni anni dall’avere lasciato il suo Paese decide di imbarcarsi per l’Europa. Come tanti, viene trovato su una scialuppa di fortuna e portato sulle coste siciliane. Dall’altra parte del mare ci son altri spazi e altri luoghi. Alcuni fra questi li conosceva già per averli visti sui libri di scuola, come il Duomo di Milano, altri sono completamente nuovi e lo emozionano fortemente. Fra questi, a Palermo, il Foro Italico dove c’è un grande prato di fronte al mare nel quale va a giocare a calcio con i suoi nuovi amici. Dopo poche settimane, quando è ancora immerso nella sua straordinaria esperienza di viaggio, si procura colori e cartoncino e disegna quello che ha visto e vissuto. La sua mappa ha colori vividi e una ricchezza di particolari che scopriamo in tutta la sua precisione attraverso il suo racconto, ripetuto più volte sia ad amici sia in un laboratorio ad ItaStra davanti a giovani che hanno fatto la sua stessa esperienza. Mentre parla le sue mani indicano, a partire dall’alto del foglio, il suo movimento nello spazio e nel tempo (la sua nascita, il suo trasferimento dai nonni, la frequenza a scuola, la partenza, il viaggio) e contemporaneamente “lo spazio vissuto”, le sue emozioni, e collocano, una accanto all’altra, esperienze lontane e diverse. La ‘sua’ Europa che a volte è quasi “come se fosse Africa”.