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Geografie linguistiche

Laboratorio narrativo sull’autobiografia linguistica centrato sui viaggi

Il viaggio migratorio, nelle sue dimensioni di mobilità e immobilità, dovuta a detenzione o sosta per il recupero del denaro necessario a passare le frontiere, è uno spazio di espressione e arricchimento delle potenzialità linguistico-comunicative. Condiviso tra giovani di diverse provenienze, lingue e culture, spesso supportato da reti transnazionali, mette in gioco le capacità di costruire e gestire la comunicazione con poche lingue in comune, attivando diverse modalità di acquisizione e interazione in presenza o attraverso le tecnologie digitali (D’Agostino 2022: 330).

Giovani migranti neo-arrivati, studenti nei corsi di italiano A1-A2 dell’associazione APS Asinitas, riflettono sui loro percorsi linguistici attraverso il contributo narrativo di un anziano migrante italiano, padre di un insegnante, il quale ripercorre le lingue della sua migrazione per motivi di lavoro, partendo da un paesino della Basilicata, lungo l’Italia dei dialetti,  passando per i Balcani fino alla Libia, e rivivendo così due luoghi delle rotte migratorie attuali in un tempo e in una modalità lontanissimi da quelli contemporanei, ma in grado di suscitare risonanza con le esperienze degli studenti.

Utilizzando come supporto delle cartine geografiche mute, gli studenti lavorano prima familiarizzando con le rappresentazioni geografiche dei paesi di origine, dell’Europa e dell’Italia e poi, segnando gli spostamenti linguistici, tracciano e raccontano il loro percorso.

Lo strumento delle cartine geografiche mute per la raccolta dell’autobiografia linguistica  è tratto da una sperimentazione avvenuta presso la Scuola di italiano per stranieri dell’università di Palermo, Itastra ed è stato  successivamente rielaborato dall’associazione Asinitas in chiave multimodale e narrativa per raccogliere le lingue incontrate e utilizzate negli spostamenti e i racconti dei viaggi attraverso le frontiere.